In questa guida approfondiremo la funzione della barriera chimica come intervento contro l’umidità di risalita.

Oltre a capire in cosa consiste, scoprirai: 

  • i problemi che incidono sulla sua efficacia; 
  • le analisi da fare prima di realizzarne una; 
  • i prezzi dell’intervento.

Infine, analizzeremo 2 casi studio di abitazioni con murature degradate dall’umidità di risalita e trattate con la barriera chimica

Presenteremo i dati sulle percentuali di umidità prima e dopo l’intervento, verificando se l’intervento ha risolto definitivamente il problema. 

Se hai un’abitazione con problemi di umidità e ti è stato consigliato di eseguire una barriera chimica… 

Questo articolo ti offrirà diversi spunti pratici per prendere la decisione corretta (o supportare il proprietario a prendere la decisione corretta nel caso fossi un progettista).

Barriera chimica per umidità di risalita: cos’è e come funziona

La barriera chimica è un metodo di risanamento dell’umidità di risalita, che prevede l’iniezione di liquidi alla base del muro. A seguito di una reazione chimica, i liquidi dovrebbero creare una stratificazione idrorepellente, in grado di bloccare la risalita dell’acqua.

barriera chimica umidità di risalita
barriera chimica umidità di risalita

Anche conosciuta come “metodo chimico” o “taglio chimico”, è uno dei pochi interventi per il contrasto dell’umidità ascendente.

Attenzione: barriera chimica e taglio del muro sono interventi molto diversi. Il taglio del muro, oggi vietato, era l’unico intervento definitivo contro l’umidità di risalita.

Quali sono le pareti idonee alla barriera chimica?

La barriera chimica spesso è consigliata in maniera indistinta per tutti i tipi di murature.

Tuttavia, noi di Archimede abbiamo dei dubbi sulla reale efficacia nei materiali più compatti come il calcestruzzo.

Fino a 4-5 anni fa, gli stessi produttori di barriere chimiche escludevano l’utilizzo nel calcestruzzo. 

Oggi tutte le schede tecniche sostengono che i liquidi della barriera chimica sono “efficaci anche in presenza di calcestruzzo”

I dati acquisiti dallo staff tecnico di Archimede suggeriscono invece che si tratta di casi molto particolari, dove gli interventi vengono effettuati con metodi e attrezzature “non comuni”.

Le 4 variabili che influiscono sull’efficacia della barriera chimica contro l’umidità di risalita

Sulla validità delle iniezioni contro l’umidità di risalita influiscono 4 variabili, sui quali ti invito a riflettere attentamente.

Nell’ordine mi riferisco a:

  1. durata negli anni;
  2. compattezza della barriera;
  3. la tipologia di liquidi iniettati;
  4. struttura della muratura.

Variabile #1: durata negli anni 

Il principio attivo dell’iniezione chimica ha effetti limitati e indefiniti.

La durata della barriera dipende dal tipo di muratura (nello specifico dal materiale) e soprattutto da tipologia e concentrazione dei sali minerali della parete.

Non esistono garanzie sulla durata dei liquidi iniettati.

Inoltre, sull’efficacia dell’intervento influisce anche la stabilità chimica dei componenti liquidi.

Variabile #2: compattezza della barriera

Il termine barriera fa pensare a un blocco chiuso e insuperabile

Tuttavia, a differenza di una guaina impermeabilizzante interposta nella muratura, la barriera chimica NON è una barriera fisica.

taglio chimico dell'umidità
taglio chimico dell'umidità

Una barriera chimica iniettata nella parete può certamente limitare la risalita

Ma una modesta quantità d’acqua continuerà a percorrere i capillari

La quantità d’acqua che non viene trattenuta dipende dal tipo di muratura, dai sali e dalla loro concentrazione nella parete.

Variabile #3: la tipologia di liquidi iniettati

La profondità di penetrazione del formulato chimico dipende dalla viscosità del liquido (prodotto in crema o “liquido”) e dalla presenza di solventi, che possono favorire la penetrazione ma ridurre l’efficacia.

La distribuzione del liquido impregnante è influenzata dai seguenti fattori:

  • velocità di polimerizzazione del componente;
  • modalità di iniezione;
  • caratteristiche dimensionali e strutturali della parete.

Variabile #4: struttura della muratura

Le iniezioni su murature discontinue (poco compatte) possono presentare degli inconvenienti.

In questi casi, il liquido iniettato segue i percorsi che offrono minore resistenza (vuoti, crepe, murature a sacco…) e tende a disperdersi nella struttura.

muri con barriere chimiche
muri con barriere chimiche

Il risultato è che una parte della parete sarà senza liquidi, quindi priva di barriera chimica. Di conseguenza, sarà più esposta alla risalita capillare.

La muratura in mattoni, ad esempio, è ideale per la barriera chimica.

Tuttavia, nonostante l’apparente omogeneità, c’è da considerare la difformità dei singoli mattoni.

Un mattone più cotto e vetrificato ha un assorbimento di umidità diverso da un altro mattone della stessa parete cotto a temperature leggermente inferiori.

5 analisi da eseguire prima di realizzare una barriera chimica contro l’umidità di risalita

Tenendo in considerazione le variabili appena citate, un consulente serio prima di consigliare la barriera chimica dovrebbe svolgere 5 fondamentali analisi preliminari.

  1. Valutare tipologia e composizione della muratura.
  2. Misurare l’umidità all’interno della parete, per controllare che non sia satura di umidità. In questa circostanza, le iniezioni potrebbero essere inefficaci.
  3. Analizzare i sali minerali, valutandone tipologia e concentrazione. I sali minerali potrebbero ostacolare il principio attivo del prodotto iniettato. 
  4. Valutare la necessità di interventi edili sulle pavimentazioni interne ed esterne. Gli interventi servono a impedire possibili azioni di disturbo (concause, cause accessorie e cause secondarie) o by-pass della barriera chimica.
  5. Definire con precisione la posizione del taglio chimico (quota del pavimento interno finito), considerando la quota della pavimentazione esterna, quella interna e le opere accessorie di impermeabilizzazione.

⚠️ Ricorda: i liquidi della barriera aumentano l’umidità nella parete. È quindi necessario un adeguato tempo di asciugatura: sia del prodotto iniettato sia dell’umidità già presente nella parete (se ha valori elevati)

Prima dell’intonacatura, la muratura si deve deumidificare, fino a raggiungere valori di umidità bassi-medi.

Prezzi della barriera chimica

Il prezzo al metro lineare del taglio chimico varia in base ai seguenti parametri:

  • tipologia della muratura;
  • spessore della muratura;
  • metri lineari da eseguire;
  • abitazione vuota o abitata.

Il costo al metro lineare è compreso tra 60 €/ml e 150 €/metro lineare. In questo conteggio non sono include opere di rimozione e rifacimento intonaci.

Puoi ridurre la spesa grazie ai kit fai da te – disponibili anche per privati – ma il consiglio è di affidarsi sempre ad un’impresa o a degli artigiani specializzati.

La barriera chimica funziona sempre contro l’umidità di risalita? Ecco 2 casi studio particolarmente significativi

Veniamo ora ai casi studio per toccare con mano l’efficacia della barriera chimica. Guarda il video qui sotto, oppure continua a scorrere per leggere la trascrizione dettagliata con i valori di umidità rilevati.

Caso studio 1: edificio del 1900 con problemi di umidità emersi durante la ristrutturazione

Il primo caso riguarda un edificio residenziale in pietra a vista risalente al 1900, che ha subito una completa ristrutturazione nel 2013

I lavori di ristrutturazione non erano ancora terminati quando sono comparse macchie di umidità negli intonaci appena applicati.

Le macchie di umidità e i sali minerali non risparmiavano nemmeno la pietra a vista. 

Prima della ristrutturazione, l’analisi visiva e la valutazione tecnica effettuata dal progettista, con l’aiuto degli artigiani e dei fornitori dei materiali edili, non avevano rilevato condizioni tali da prevedere l’insorgere di problemi di umidità.

Gli intonaci applicati erano della marca più pubblicizzata, con ottime caratteristiche “risananti e deumidificanti”.

Nel mese di dicembre 2013, il proprietario era profondamente frustrato e amareggiato. Così, ha contattato Archimede per trovare una spiegazione scientifica a quelle macchie che stavano mettendo a rischio il suo investimento.

Dall’analisi strumentale diagnostica Casa Asciutta delle pareti è emerso che la quantità di umidità e di sali minerali nelle murature erano consistenti

Era evidente che le murature necessitavano di un trattamento contro l’umidità di risalita e di un trattamento specifico per i sali minerali presenti

All’interno del Piano di Risanamento Casa Asciutta, il team tecnico di Archimede spiegava che l’umidità di risalita dell’immobile poteva essere contrastata con l’esecuzione di una barriera chimica

Tuttavia, per una risoluzione definitiva del problema, era necessario eliminare anche le cause accessorie presenti

Tra queste: 

  • l’umidità laterale del terreno; 
  • le imperfezioni delle impermeabilizzazioni già presenti; 
  • le infiltrazioni di acqua.

Il proprietario dell’edificio ha deciso di seguire tutti gli step descritti nel Piano di Risanamento Casa Asciutta, rinviando la sostituzione degli intonaci. 

Nel 2018, dopo cinque anni dalla prima analisi, ci ha incaricato di ripetere le misurazioni dell’umidità per poter confrontare i valori.

Voleva evitare brutte sorprese dopo aver investito ingenti risorse economiche nei lavori di ristrutturazione e nei primi tentativi di risanamento.

L’analisi diagnostica Casa Asciutta del 2018 evidenziava un significativo calo dei livelli di umidità.

La barriera chimica e gli interventi di risanamento collegati avevano quindi deumidificato le murature a un livello soddisfacente.

È importante sottolineare che il successo non è dovuto solo alla barriera chimica, ma anche alle opere accessorie

Non sarebbe stato possibile raggiungere lo stesso risultato senza abbinare alla barriera chimica i seguenti interventi:

  1. impermeabilizzazione del marciapiede esterno e manutenzione di altre impermeabilizzazioni presenti;
  2. sistemazione di aree della malta, per stilatura delle pietre a vista esterne. Le crepe presenti, in occasione delle precipitazioni piovose, provocavano un imbibimento delle murature;
  3. trattamento protettivo idrorepellente delle facciate esterne.

Caso studio 2: edificio in cui la barriera chimica è stata eseguita due volte

Vediamo ora un caso in cui la barriera chimica è stata eseguita due volte: la prima nel 1985, e la seconda nel 2020.

Noi di Archimede siamo intervenuti a distanza di otto mesi dalla seconda barriera chimica, dopo che il problema dell’umidità si era ripresentato (con grande amarezza, delusione e rabbia del proprietario). 

Ecco i risultati dell’analisi diagnostica Casa Asciutta.

La prima misurazione evidenzia che:

  • all’altezza di 23 cm dal marciapiede esterno, sotto la quota della barriera chimica, il contenuto di umidità è pari al 6,4 %. 
  • all’altezza di 45 centimetri, sopra la quota della barriera chimica, il contenuto di umidità all’interno della muratura è del 6,7%.

A pochi metri di distanza, abbiamo rilevato invece i seguenti valori:

Quindi: 

  • sotto il taglio chimico, il contenuto di umidità è pari al 5,6%; 
  • sopra il taglio chimico, è pari al 5,3%. 

Dalla parte opposta della casa, in un altro punto, abbiamo

riscontrato: 

  • il 9,6% di umidità sotto il taglio chimico; 
  • il 6,6% sopra il taglio chimico.

I valori di umidità sono ben superiori ai valori ideali: è chiaro che non si può parlare di successo della barriera chimica.

L’analisi di Archimede ha chiarito infatti che, anche in questo caso, oltre alla barriera erano necessarie altre lavorazioni, quali:

  • impermeabilizzazione del marciapiede esterno; 
  • sigillature del punto di ingresso dei tubi dei pozzetti dei pluviali, che disperdevano acqua.

In più, le tipologie di intonaci scelti non erano adatte agli specifici sali minerali presenti nelle murature. 

Specifico che, in ogni caso, il giusto intonaco non sarebbe bastato da solo a fermare l’umidità

Senza tutti gli interventi sopra elencati, il muro si sarebbe comunque degradato prematuramente. 

L’unico “vantaggio” è che avrebbe resistito qualche mese in più.

4 scomode verità sull’efficacia della barriera chimica

Da questi due casi studio e dalle considerazioni precedenti, emergono quattro scomode verità sull’efficacia della barriera chimica.

1 – La barriera chimica non è sempre un intervento definitivo

Al contrario di quanto sostengono molti consulenti, la barriera chimica non è sempre un intervento definitivo

Il secondo caso lo dimostra in modo inequivocabile. 

Nonostante l’esecuzione di due barriere chimiche a distanza di pochi anni, il problema dell’umidità si è ripresentato.

2 – La barriera chimica non è adatta a qualsiasi tipo di umidità

La barriera chimica contrasta SOLO l’umidità capillare di risalita.

La barriera chimica NON contrasta: 

  • l’umidità proveniente da infiltrazioni laterali; 
  • rotture idrauliche; 
  • l’umidità che può bypassare un massetto non impermeabilizzato.

3 – Non basta un’analisi visiva per stabilire se una barriera chimica è l’intervento giusto 

Qui entriamo nel campo delle dinamiche poco trasparenti del settore dell’edilizia.

Dinamiche che hanno il solo effetto di rimpinguare le tasche dei venditori di prodotto e contemporaneamente svuotare quelle dei proprietari… 

Mettendo in cattiva luce il progettista quando l’intervento non porta l’esito sperato.

Eseguire una barriera chimica sulla base di una semplice analisi visiva significa “sperare che funzioni”

Senza dati oggettivi nati dalle 5 analisi citate in precedenza, la decisione di eseguire una barriera chimica sarà basata solo su opinioni e sensazioni personali.

Per come la vediamo noi di Archimede, opinioni e sensazioni non sono il criterio ideale con cui prendere decisioni che obbligano un proprietario di casa a notevoli esborsi economici.

4 – Non basta un’analisi visiva per decretare il successo definitivo della barriera chimica

Una parete intonacata a nuovo dopo la barriera chimica non implica che il problema dell’umidità sia stato risolto definitivamente.

L’umidità è un nemico invisibile: potrebbe essere momentaneamente “coperta” dai nuovi intonaci. 

Quando è efficace, la barriera chimica riesce a diminuire il contenuto di umidità all’interno delle murature.

Per affermare che la barriera chimica ha avuto successo, serve un confronto tra i valori di umidità prima e dopo l’intervento

Ma senza un’analisi che rileva questi valori, il confronto diventa impossibile.

Conclusioni: l’unica analisi che può stabilire se conviene investire in una barriera chimica

La barriera chimica è un intervento costoso e invasivo.

La decisione di eseguirla per contrastare l’umidità di risalita non dovrebbe mai essere presa senza alcun tipo di dato oggettivo a supporto.

Oltre ad identificare le cause dell’umidità, l’analisi dovrebbe rilevare e quantificare tutti i fattori che influenzano l’efficacia della barriera chimica

  • tipologia e composizione della muratura; 
  • umidità interna delle pareti; 
  • tipologia dei sali minerali; 
  • presenza di umidità proveniente da altre sorgenti.

Solo con questi dati concreti messi nero su bianco potrai avere una comprensione approfondita del problema di umidità e delle caratteristiche specifiche dell’edificio.

E solo se sarà in possesso di queste informazioni, un tecnico preparato potrà stabilire in modo certo se ha davvero senso eseguire una barriera chimica (magari abbinandola ad altri interventi).

Purtroppo in Italia le analisi preliminari negli edifici sono trascurate. I tecnici capaci di eseguirle scarseggiano.

Le barriere chimiche vengono consigliate sulla base di ispezioni sommarie alle murature, senza approfondimenti degni di questo nome.

Ecco spiegato perché molte barriere chimiche non funzionano, con l’umidità che ricompare a distanza di pochi anni o addirittura pochi mesi.

In un settore che prende decisioni in modo approssimativo, il servizio di analisi strumentale diagnostica Casa Asciutta di Archimede si pone all’opposto di questo spettro.

Basata su misurazioni scientifiche, l’analisi diagnostica Casa Asciutta è in grado di fornire a proprietario e professionista un quadro completo e oggettivo del problema di umidità.

Casa Asciutta comprende infatti tutte le 5 analisi preliminari necessarie per valutare la convenienza di una barriera chimica.

Ecco perché possiamo affermare che, nei casi in cui Archimede ha consigliato la barriera chimica, quest’ultima si è sempre rivelata un intervento efficace e risolutivo

Arrivati a questo punto, sei in possesso di tutti gli elementi per aiutare il proprietario a trovare una soluzione definitiva all’umidità, evitando spese inutili e garanzie false.

Se vuoi saperne di più su Casa Asciutta e su come il team di Archimede supporta i professionisti edili nella risoluzione dei problemi di umidità degli edifici…