In questa guida chiarirò alcuni aspetti che riguardano i cosiddetti “muri asciutti”.
Tale termine è molto usato durante i risanamenti dell’umidità ma – come vedrai – è scorretto parlare di pareti asciutte.

I muri asciutti NON esistono!

Il primo aspetto da chiarire è che qualsiasi parete – a prescindere dal materiale – ha sempre un’umidità residua naturale superiore allo 0%.

In sostanza, i muri completamente asciutti NON esistono (lo spiego anche nel mio articolo sui muri umidi).

Le percentuali di umidità variano in base alla porosità/compattezza, durezza e capillarità del materiale che costituisce il muro.

Prendiamo ad esempio il laterizio, il materiale più usato per le pareti perimetrali ed interne negli ultimi decenni:

muri umidi

Fonte foto: Consorzio Poroton https://www.poroton.it/

All’uscita della fornace, il contenuto di umidità dei forati è compreso tra 0,6% e 1,2% circa.

Quando una parete fatta con tali forati è interessata da fenomeni di umidità prolungati, avviene anche la migrazione dei sali minerali, che arrivano ai laterizi (e  successivamente agli intonaci) dal terreno e/o dai materiali da costruzione percorsi dall’umidità.

Il “mezzo” di trasporto dei sali è proprio l’umidità:

muri asciutti

Il processo è lento ma inesorabile, e una volta iniziato il muro non tornerà più ai valori di umidità iniziali (prima di essere stato interessato dai fenomeni di umidità).

L’umidità igroscopica è dovuta alla presenza dei sali minerali e alla loro naturale caratteristica di assorbire e trattenere l’umidità.

I Sali minerali all’interno delle murature possono provenire dal terreno (soprattutto Nitrati, Solfati e Cloruri) o dalla deposizione degli aerosol presenti nell’atmosfera (Cloruri e Solfati), o ancora dallo stesso materiale utilizzato per la costruzione (Solfati) o da infiltrazioni localizzate.

Mentre dopo un’azione correttiva per l’eliminazione della causa l’umidità può evaporare, il sale resta nella muratura e ostacolerà la deumidificazione dei muri.

L’umidità ideale post risanamento avrà quindi un valore superiore al valore dello stesso materiale nuovo.
Sarà pari all’umidità residua naturale del materiale sommata all’umidità igroscopica causata dalla presenza dei Sali.

muri asciutti

La quantità di umidità igroscopica causata dai Sali varia da muratura a muratura.
Non è mai inferiore allo 0,2%/0,4% e può arrivare indicativamente fino al 10% su murature ad esempio in tufo con forti concentrazioni saline.

Quanto è “asciutto” o “umido” il muro? L’importanza delle misurazioni

Un fattore che molti proprietari ignorano o sottovalutano è la misurazione delle percentuali di umidità della parete (pre e post risanamento).

Prima di stabilire una cura per l’umidità, devi capire come e quanto è malato il muro.

Le misurazioni rappresentano il punto di partenza, e in prima battuta definiscono 2 cose:

  • la reale causa/e dell’umidità
  • il piano di risanamento idoneo al problema

Sul medio-lungo periodo – a risanamento eseguito – la nuova misurazione dei valori di umidità consente di verificare (numeri alla mano) il successo o il fallimento dell’intervento.

Se le percentuali di umidità post-risanamento sono inferiori a quelle pre-risanamento significa che la cura scelta è corretta (il muro si sta asciugando).

Si tratta di “semplici” numeri e il processo sembra ovvio, tuttavia pochi – pochissimi – consulenti misurano i valori prima di stabilire una soluzione al problema.

Parliamo ovviamente di misurazioni scientifiche e certificate, che seguono la norma UNI EN italiana.

Nel mio articolo sulla umidità nei muri esamino i sistemi di misurazione corretti e scorretti…ma ti anticipo che la termografia all’infrarosso e gli igrometri a contatto non rappresentano dei sistemi corretti per rilevare le percentuali di umidità nelle pareti.

Tempistiche di deumidificazione del muro

L’asciugatura* del muro quanto tempo richiede?
*a risanamento eseguito

La risposta è “dipende”: vari fattori influiscono sulla deumidificazione naturale della parete. Alcuni fattori la favoriscono, altri la rallentano.

Il primo intervento che aiuta la deumidificazione è la rimozione dell’intonaco dalla parete malata (da uno o meglio entrambi i lati) e attendere pazientemente.

Una volta rimossi gli intonaci, la muratura va pulita dalle successive efflorescenze saline che si formeranno, perché i sali sono molto igroscopici, quindi assorbono e trattengono l’umidità.

Il secondo è la corretta – e ripetuta – aerazione dei locali, così da mantenere un basso tasso di umidità relativa dell’aria (in base alla stagione).

Il terzo è l’uso di un deumidificatore da cantiere di grandi dimensioni che forza l’asciugatura; un provvedimento opzionale ma utile, soprattutto nei piani interrati,  difficili da areare correttamente in determinate condizioni climatiche.

La naturale asciugatura è comunque il miglior sistema…ma richiede tempo, ovvero ciò che manca in certe situazioni.

Tipo le ristrutturazioni, dove il committente è vincolato alle tempistiche del trasloco.

La scelta giusta – in questi casi – è pianificare le opere seguendo un progetto tecnico di risanamento, redatto sulla base di un’analisi strumentale eseguita PRIMA dell’avvio del cantiere.

Il progetto di risanamento definisce anche il periodo di deumidificazione (post risanamento) delle murature

Gli intonaci ammalorati vanno rimossi il prima possibile, perché una parete grezza è nella sua massima capacità di deumidificazione.

Come procedere

Innanzitutto bisogna conoscere i valori di umidità assoluti della muratura prima dell’inizio del cantiere.

Senza tale informazione è impossibile stabilire le tempistiche necessarie per la naturale asciugatura post risanamento (vedi? le misurazioni sono sempre il punto di partenza!).

Stabilito questo, vanno applicati i giusti intonaci, sulla base delle concentrazioni saline del muro.

È sconsigliato anche dai produttori stessi di applicare gli intonaci su pareti con alti valori di umidità

La regola essenziale e sempre valida è che il tempo è proporzionale alla tipologia di materiale che costituisce la muratura, allo spessore della muratura e alla quantità di umidità presente nel muro.

Asciugare “PIU’ VELOCEMENTE” i muri è possibile?

No in modo semplice, anche se esistono 2 tecniche poco conosciute e relativamente costose.

La prima sfrutta la tecnologia delle microonde, con la parete che viene colpita – su un lato – da dispositivi che emanano onde elettromagnetiche come il forno a microonde della cucina.

La seconda prevede l’uso di pannelli o lampade che scaldano le superfici bagnate grazie a raggi infrarossi (facilitano così la deumidificazione).

Entrambe le tecniche prevedono tempi di asciugatura proporzionali al contenuto di umidità (in eccesso) da asciugare, allo spessore della muratura e alla densità dei materiali che la compongono.

La mia opinione?

Tra affitto delle strumentazioni e dell’operatore, costi per l’energia elettrica e lenti effetti è meglio puntare sulla deumidificazione naturale vista nel paragrafo  precedente.

In alcuni casi, si possono prediligere negli ambienti MOLTO umidi, difficili o impossibili da arieggiare e/o soggetti ad allagamenti (locali interrati in primis).

In questi casi oltre ai dispositivi a microonde oppure delle lampade riscaldanti all’infrarosso sarà fondamentale monitorizzare e regolare se necessario il clima interno.

Solo garantendo le corrette condizioni climatiche (temperatura e umidità) si potrà accelerare la deumidificazione delle murature con dette tecniche artificiali.

Le tecniche artificiali si devono sempre valutare a seconda del rapporto costi/benefici dell’intervento

Per evitare l’uso dei sistemi artificiali è necessario organizzare i lavori edili in base a un piano di risanamento definito con ampio anticipo.

E’ indispensabile che la muratura sia lasciata per il tempo necessario (anche vari mesi) senza intonaco.

E’ la ventilazione più che il calore dell’aria che giova al prosciugamento.

Nei periodi di elevata piovosità per impedire che il prosciugamento si arresti, o peggio che altra acqua venga assorbita, sarà obbligatorio è riscaldare e/o  deumidificare l’aria all’occorrenza.

ATTENZIONE: I generatori di aria calda da cantiere a combustione producono altra umidità da smaltire mediante areazioni.

Un caso reale dove l’umidità doveva diminuire

Il caso che voglio mostrarti riguarda un’antica cascina, ristrutturata nel 2005 e acquistata nel 2018 dal nostro cliente.

Le murature in mattoni, larghe 50 cm, erano interessate da umidità di risalita e umidità laterale proveniente dalle pavimentazioni esterne.

L’obiettivo del cliente (Michele, il nuovo proprietario) era eliminare l’umidità e trasferirsi al più presto nella nuova abitazione.

Il 9 Marzo 2018 abbiamo svolto un’analisi strumentale diagnostica Casa Asciutta.

Il successivo piano di risanamento prevedeva questi interventi:

  1. umidità laterale: prima di qualsiasi intervento di rifacimento degli intonaci – nelle zone leggermente in controterra – si proceda con le indicazioni di cui al punto critico P2, al fine di eliminare la componente di umidità per infiltrazioni laterali
  2. l’installazione di un dispositivo elettrocinetico per il contrasto dell’umidità di risalita;
  3. le pareti dovranno restare scoperte per almeno 5-6 mesi, così da agevolare la deumidificazione naturale delle murature (rimuovendo all’occorrenza le
    efflorescenze saline).

Michele voleva però accelerare la deumidificazione delle murature nelle quali andava al più presto installata la cucina.

Così ha commissionato un’asciugatura a microonde delle pareti (immagine a seguire).

asciugatura a microonde

Dopo poco gg dalle microonde abbiamo eseguito delle nuove misurazioni ponderali per il confronto del contenuto di umidità con le misurazioni precedenti.

misurazioni ponderali

Altezza dal pavimento Profondità prelievo Materiale prelievo Contenuto di umidità 09/03/2018 Contenuto di umidità 14/06/2018 dopo intervento con microonde Variazione in 3 mesi
-
15 cm 20 cm Fuga 10,0 % 9,2 % 0,8%
62 cm 20 cm Fuga 7,7 % 7,5 % 0,2%
111 cm 20 cm Fuga-mattone 3,4 % 4,0 % 0,6%
162 cm 20 cm Fuga 3,4 % 3,1 % 0,3%

La differenza del contenuto di umidità nei muri (pre e post asciugatura a microonde) è minima.

Impossibile dire se il modesto calo dei valori di umidità sia dovuto alla rimozione degli intonaci effettuato quasi un mese prima o all’uso delle microonde.

L’investimento di qualche decine di euro per metro lineare spese per accelerare la deumidificazione della muratura della cucina certamente non è stato esaustivo.

Vediamo ora un altro punto di misurazione, relativo a un’altra parete della stessa abitazione non trattata con le microonde.

In questa muratura intermedia (quindi non perimetrale-esterna) dopo l’analisi effettuata il 09/03/2018 sono stati rimossi gli intonaci e interessata dall’azione di  un dispositivo elettrocinetico per il contrasto dell’umidità di risalita.

misurazioni ponderali

Altezza dal pavimento Profondità prelievo Materiale prelievo Contenuto di umidità 09/03/2018 Contenuto di umidità 12/09/2019 Variazione in 18 mesi
-
15 cm 20 cm Fuga-mattone 19,7 % 10,9 % 8,8%
71 cm 20 cm Fuga 5,9 % 3,2 % 2,7%
126 cm 20 cm Fuga 4,9 % 3,3 % 1,6%
182 cm 20 cm Fuga 3,2 % 2,4 % 0,8%

A distanza di 18 mesi i valori di umidità sono tutti diminuiti. 

Permangono valori critici alla base della muratura ma il trend essendo tutt’altro che positivo permette di applicare gli adeguati intonaci con una certa tranquillità.

Certamente 18 mesi di deumidificazione è un lungo periodo che non tutti i cantieri possono permettersi.

Specifichiamo che il caso preso in esame considerava murature da 50 cm di spessore in mattoni antecedenti al 1900.

Si consideri inoltre che gli intonaci applicati nella ristrutturazione del 2005 oltre ad un precoce degrado estetico hanno contribuito ad un accumulo di umidità  nella muratura perché di tipo occlusivi (nonostante fossero specifici per il risanamento).

Nota: all’esterno dell’edificio sono stati realizzati ove necessario gli interventi necessari per contrastare l’umidità laterale, abbinati all’installazione di un  dispositivo elettrocinetico per contrastare la risalita capillare.

Muri asciutti e isolamento termico

Dal punto di vista termico, un muro asciutto (sano) isola al 100%, mentre un muro umido perde molto isolamento termico.

dispersione calore

Si può osservare in questo termogramma la differenza delle temperature della stessa muratura intermedia (quindi non perimetrale-esterna) prima citata.

La differenza termica della parte bagnata con la parte asciutta è di 2°C. Le murature perimetrali possono avere temperature che si differenziano anche di 8°C e più.

Giusto per dare l’idea, una porzione di muratura umida – che contiene il 7% di umidità – può disperdere fino al 60% del calore in più, rispetto alla stessa porzione asciutta.

Una muratura col 20% di umidità può disperdere fino al 80% di calore in più, rispetto alla stessa muratura asciutta.

Il tema è importante, ma ad oggi non esistono riferimenti legislativi e norme che regolano i risanamenti delle pareti umide in tutti i suoi aspetti.

Il Decreto Interministeriale del 26 giugno 2015 (Requisiti Minimi) si limita al controllo del rischio igrotermico (ovvero il rischio di formazione di  muffa e condensa interstiziale).

Alcuni progettisti termotecnici (i più accorti) – nei casi di muri umidi – diminuiscono i valori di trasmittanza termica del 30%, senza conoscere le percentuali reali  di umidità delle murature.

Questa prassi forse evita errate valutazioni dell’isolamento termico, ma non salva la muratura dai possibili precoci danni e dal rischio di sopravvalutazione della  coibentazione termica.

Per concludere

Mi auguro di aver chiarito eventuali dubbi sui cosiddetti “muri asciutti” e sui relativi tempi di asciugatura (naturali e artificiali).

Se hai problemi di umidità diffusi nella tua abitazione, non realizzare lavori edili casuali.

Richiedi invece – con largo anticipo – un piano di risanamento, definito grazie alla nostra analisi strumentale diagnostica Casa Asciutta™.

Hai gravi problemi di umidità?